Da Portland a Chicago: scopri il Grande Nord degli Usa

Il White Stag Sign brilla nella notte di Portland. In cima all’edificio di Old Town che un tempo portava lo stesso nome, il cervo bianco al neon domina, con il suo magnetismo, lo skyline della città più grande dell’Oregon, di cui è uno dei simboli. Visibile a grande distanza, rappresenta una sorta di punto di partenza ideale per un viaggio on the road alla scoperta del Grande Nord americano.

Un itinerario lontano dai circuiti più battuti, dalla costa del Pacifico fino a Chicago, Illinois, nel cuore del Midwest: 4.000 chilometri, o giù di lì, nell’America profonda, immersi nei paesaggi spettacolari di otto Stati.

il Grande Nord degli Stati Unitiil Grande Nord degli Stati Uniti
Mappa dell’itinerario nel Grande Nord degli Stati Uniti

Il Grande Nord: Portland

Impossibile non sentirsi un po’ Jack Kerouac, l’autore di Sulla strada (1957), libro-cult di almeno un paio di generazioni di nomadi, mentre si transita sulle highway che corrono verso est, in mezzo a spazi sconfinati, incontro a orizzonti infiniti. Ma prima di mettersi al volante, Portland merita che le si dedichi qualche giorno (utile anche per riprendersi dal jet lag).

Un tempo popolata di segherie e taglialegna, avamposto per cacciatori di pellicce, oggi è una città moderna, vivace, giovane. Hipster ante litteram: qui le barbe, il cibo local e i microbirrifici artigianali erano trendy già un secolo fa, ben prima che lo diventassero nel resto del pianeta.

Sarà per questo che si è conquistata la fama di “eccentrica”, cui, va detto, gli abitanti tengono moltissimo. Keep Portland Wired (mantieni Portland strana) è diventato una sorta di motto locale, ben impresso su un muro della 3rd Avenue – dove la sosta per un selfie è d’obbligo – e stampato su magliette, adesivi, poster in vendita e distribuiti dappertutto.

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I quartieri

Lo spirito liberal e alternativo della città si respira un po’ ovunque nell’eclettico mix dei suoi quartieri, dove si passa dalle atmosfere industrial-chic di Pearl, il più alla moda del momento, a quelle vittoriane di Nob Hill, fino allo spirito bohémien che anima l’Alberta Arts District, fra murales colorati e strade affollate di rapper e musicisti che si esibiscono per i passanti.

Li si gira a piedi o in bicicletta, lungo i 600 e più chilometri di piste ciclopedonali che fanno di Portland la più bike friendly delle città americane. Una bizzarria anche questa, in fondo, nel Paese che ha fondato il suo sistema di mobilità sulla motorizzazione individuale.

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Una veduta di Portland, vivace mix di modernità e testimonianze del passato (Getty Images)

I parchi

A piedi e in bici si esplorano anche i parchi e i giardini, quasi 300, espressione dell’anima green della città. Insieme ai boschi che rivestono le pendici del Monte Hood alle sue spalle e agli argini del Willamette River che l’attraversa, sono lo sfondo perfetto per attività outdoor cui i portlander si dedicano con passione (non è un caso che qui sia nata la Nike, brand globale di abbigliamento sportivo).

Conviene seguirli lungo i sentieri che si snodano all’interno di Forest Park, 2.000 ettari di verde, la più ampia foresta urbana dello Stato, e costeggiano canyon e torrenti senza mai oltrepassare i confini cittadini.

O salire insieme a loro a Washington Park per indugiare all’International Rose Garden fra i profumi di oltre diecimila piante, un altro vanto di Portland, chiamata anche la “città delle rose”. E prendersi poi una pausa nella serenità del Japanese Garden, in mezzo ad aceri, ciliegi, laghetti, con l’aggiunta della vista della città dall’alto.

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Gli Shanghai Tunnels

Chi preferisce le esplorazioni underground può prenotare un tour negli Shanghai Tunnels, un labirinto di cunicoli sotto la superficie di Old Town: costruiti attorno al 1850 e utilizzati dai contrabbandieri per il trasporto di merci illegali, si racconta ospitassero case d’appuntamento, locali per il gioco d’azzardo e ogni forma di attività illecita. Ma chi può distinguere storia e leggenda?

La scena gastronomica

Fra le attrattive di Portland c’è anche la sua scena gastronomica, tanto effervescente che oggi la città è considerata un paradiso per i food lover. Lo è certamente per i portlander, per i quali il cibo è una magnifica ossessione.

Così, che si prenoti in qualche locale cult, come Jake’s Famous Crawfish, o ci si metta in fila davanti a uno dei tanti food cart di cui pullula la città, si può star certi che la cura delle preparazioni è altissima e la qualità assicurata.

Qui persino un semplice donut, la classica ciambella, può trasformarsi in un capolavoro: quelli di Voodoo Donghnut sono famosi ben oltre i confini dell’Oregon.

Della stessa fama godono i vini prodotti fra le colline della Willamette Valley, meta di una gita fuoriporta tra vigneti e cantine con degustazione finale, mentre i fan delle birre artigianali non avranno che l’imbarazzo della scelta fra i 70 microbirrifici sparsi nei vari quartieri.

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L’International Rose Garden, uno dei vanti di Portland, chiamata la “città delle rose” (Getty Images)

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Il Grande Nord: North Dakota, montagne e grandi pianure

Fuori Portland si distende la natura maestosa dell’Oregon: vulcani dalle pareti verticali, montagne scavate da gole e canyon, foreste vergini popolate da fauna selvatica. La si attraversa viaggiando sulla Highway 84, che corre lungo il confine con lo Stato di Washington.

Tagliata la punta settentrionale dell’Idaho, si prosegue sulla Highway 90 fra gli aspri e potenti paesaggi del Montana, prima di approdare in North Dakota.

“È qui che ebbe inizio il romanzo della mia vita”, scrisse Theodore Roosevelt, 26esimo presidente degli Stati Uniti (1901-1909), che nel 1883 arrivò nello Stato attratto dalla sua natura primitiva e dallo spirito di frontiera, e finì per avviarvi l’attività politica che lo avrebbe portato alla Casa Bianca.

I parchi

La natura del North Dakota è ancora in gran parte selvaggia e incontaminata come allora. Lo si scopre inoltrandosi nel Theodore Roosevelt National Park, poco oltre il confine, lungo strade che corrono in mezzo a uno scenario aspro, a tratti lunare.

Sono le Badlands, formazioni rocciose color rame solcate ora da fenditure e gole profonde, ora da ampie vallate, come il magico Painted Canyon, che deve il nome proprio ai colori delle rocce.

Per i primi pionieri erano “l’inferno con i fuochi spenti”, ora sono la star del parco, popolate da bisonti, alci, cavalli selvaggi, coyote, meta anche di ciclisti che si lanciano sul Maah Daah Hey Trail, un tracciato di 232 chilometri bellissimo da percorrere anche a cavallo.

Alle porte del parco, Medora, sembra il set di un film western. Per calarsi nel suo spirito, niente di meglio di una cena con carne cotta sui forconi dei cowboy, seguita da uno show in stile old west nell’anfiteatro all’aperto e bicchiere della staffa al locale saloon.

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Una veduta delle Badlands, formazioni rocciose color ruggine solcate da gole e canyon, nel Theodore Roosevelt National Park, in North Dakota (Shutterstock)

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Le strade panoramiche

In North Dakota ci sono dieci strade panoramiche ufficiali, oltre a una quantità di percorsi secondari altrettanto scenografici, e si può girare lo Stato passando da una all’altra: dalla Des Lacs National Wildlife Refuge Scenic Backway, nel nord ovest, verso il confine con il Canada, che in un percorso di una ventina di chilometri oltre ai panorami regala avvistamenti di cervi, alci, bisonti, cavalli selvatici  senza neppure bisogno di scendere dall’auto.

Alla Standing Rock National Native American Scenic Byway, a sud, lungo il corso del fiume Missouri, nei luoghi dove a inizio Ottocento passò la spedizione di Lewis e Clark diretta al Pacifico.

Bismarck-Mandan

Sulla Highway 94 si riprende l’itinerario verso oriente fino a Bismarck-Mandan, la vivace capitale, per un’immersione nella cultura locale fra le gallerie del North Dakota Heritage Center and State Museum, dove la storia dello Stato è raccontata da una sorprendente esposizione che spazia dal calco di uno scheletro di tirannosauro a grandezza naturale fino a una tuta spaziale progettata per viaggi su Marte, e le sale dell’United Tribes Art Gallery, occasione di un incontro ravvicinato con l’arte dei popoli nativi.

Fargo

Da qui fino alla frontiera col Minnesota si estende un territorio sterminato, percorso da strade dritte e deserte, dove sperimentare la magia della solitudine e del silenzio. Arrivati al confine, d’obbligo una sosta a Fargo, poco più di 100 mila abitanti e una notorietà planetaria grazie al film dei fratelli Coen (1996).

I cinefili non rinunceranno al tour fra location e memorabilia della pellicola, ma a incuriosire sono anche le testimonianze delle origini scandinave della comunità, in mostra a The Hjemkomst Center, dove si ammira la replica di una nave vichinga.

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Fargo, cittadina del North Dakota che ha conquistato fama planetaria grazie al film dei fratelli Coen (iStock)

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Il Grande Nord: le vibranti atmosfere di Minneapolis

Attraversato il Red River, ecco il Minnesota, lo Stato dei 10 mila laghi, come è chiamato. Ma a indicare la rotta è un fiume, il Mississippi. Ancora sulla Highway 94 se ne incrocia il corso e lo si segue verso sud-est fino alla vibrante Minneapolis.

Insieme a Saint Paul, la capitale dello Stato dall’altra parte del fiume, forma l’area metropolitana delle Twin Cities, le città gemelle. Ma mentre Saint Paul conserva un’atmosfera vagamente d’antan, Minneapolis sfoggia uno skyline ultramoderno su cui svetta una selva di grattacieli, e un’atmosfera molto cool.

I musei

Chi vi arriva per la prima volta si sorprende nello scoprire che una media metropoli del tanto bistrattato Midwest possa vantare istituzioni culturali di prim’ordine, a partire dal Minneapolis Institute of Art, con la sua raccolta di quasi 100 mila pezzi che coprono 20 mila anni di storia.

O come il Walker Art Center, tempio dell’arte moderna e contemporanea che custodisce una vasta collezione di opere del XX e XXI secolo, compresi capolavori di Picasso, Moore, Hopper.

All’esterno del museo, il Minneapolis Sculpture Garden ospita lavori di vari artisti fra cui la celebre Spoonbridge and Cerry, un gigantesco cucchiaio con ciliegia dei maestri della Pop Art Oldenburg e van Bruggen, diventato l’icona della città.

Imperdibile anche il Frederick R. Weisman Art Museum, in uno spettacolare edificio progettato da Frank Gehry dall’altra parte del fiume, famoso per l’ampia collezione di arte americana del XX secolo.

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Minneapolis: una veduta aerea della città sulle rive del Mississippi (iStock)

I quartieri della controcultura

Alla ricerca della cosiddetta controcultura ci si dirige al Northeast Minneapolis Art District, un ex quartiere industriale recuperato, per aggirarsi fra murales, gallerie d’arte indipendenti, atelier di artisti emergenti e il consueto contorno di locali alternativi e un po’ eccentrici, molto frequentati la sera soprattutto da un pubblico giovane. Qui la scena musicale è spumeggiante, con tante location che propongono esibizioni dal vivo.

La città di Prince

Del resto questa è la città di Prince e non si contano i fan in pellegrinaggio sui luoghi legati alla pop star (naturalmente c’è anche un tour a tema), primo fra tutti Paisley Park, studio e casa dell’artista oggi trasformato in museo, per finire a First Avenue: il locale dove è stato girato il video di Purple Rain è tutt’ora attivo ed è perfetto per chiudere la serata ascoltando un concerto live.

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I parchi e le passeggiate

Minneapolis è anche una città green, con 197 parchi e giardini che custodiscono scorci di natura spettacolari nel cuore della città: il Minnehaha Park racchiude una cascata di 16 metri e impressionanti scogliere con vista sul Mississippi.

Se nella bella stagione la città si visita a piedi e in bici – ci sono 300 chilometri di piste – quando arriva il freddo, che qui nel Midwest può essere molto rigido, la passeggiata preferita è nello Skyway System, 18 chilometri di collegamenti pedonali coperti fra i grattacieli del centro, con all’interno centinaia di ristoranti, caffetterie e negozi.

Il Mall of America

Lo shopping, del resto, da queste parti è una cosa seria. A testimoniarlo, poco fuori città, il Mall of America, il centro commerciale più grande degli States: oltre 500 store, 50 ristoranti, un parco a tema, un acquario.

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In bicicletta sulla superficie ghiacciata del lago Harriet, nel quartiere sudoccidentale (Getty Images)

Il Grande Nord: l’Illinois

Lasciata Minneapolis, il viaggio nel Grande Nord prosegue verso sud est. Attraversato il Wisconsin si entra in Illinois, “lo Stato di Chicago”, come dicono i non americani, per i quali l’iconica metropoli è l’unica ragione per spingersi fin qui.

Errore. Perché l’Illinois ha da offrire molto più di quanto lasci presagire la sua morfologia pianeggiante: idilliaci paesaggi fluviali, incantevoli aree vinicole, strade panoramiche su cui viaggiare nella Storia e persino nel mito, visto che da qui parte la leggendaria Route 66, la “madre” di tutte le strade d’America, e ben 64 parchi statali, calamita per gli appassionati di ogni attività open air, dal trekking alla bici, dalla canoa all’arrampicata, ma anche rifugio per chi cerca quiete e relax nella pace della natura.

Galena e i parchi

Qualunque direzione si decida di prendere, ci sarà qualche sorpresa ad attendere. Sulla Great River Road, lungo il corso del Mississippi, uno degli itinerari più affascinanti, si incontrano cittadine ferme nel tempo, come Galena, con le costruzioni ottocentesche in mattoni rossi allineate lungo Main Street, e paesaggi suggestivi come quelli racchiusi nel Mississippi Palisades State Park, mille ettari di ripide scogliere calcaree e formazioni rocciose attraversati da chilometri di sentieri, o, più a sud, alla confluenza con il fiume Illinois, nel Pere Marquette State Park, paradiso di trekker e birdwatcher.

La Route 66

Difficile resistere al richiamo della Route 66, che incrocia da queste parti prima di proseguire nel Missouri. La si imbocca verso nord per raggiungere Chicago.

Seppur ridimensionata, l’aura leggendaria che l’accompagna fin quasi dalla nascita (nel 1926; fra meno di due anni si celebrerà il centenario), resiste, tenuta viva da vecchi motel e drive-in come lo Sky View di Litchfield. Storici diner – l’Old Log Cabin Restaurant di Pontiac, per esempio, classe 1926, la stessa della highway.

Stazioni di servizio degli anni Trenta restaurate e trasformate in musei. Sparsi lungo l’itinerario, offrono occasioni di sosta che inevitabilmente si trasformano in allettanti photo opportunity.

Dopo la tappa a Springfield, la capitale, qualche detour consente di raggiungere altri parchi: il Matthiessen Park, con ripide gole nascoste nella vegetazione, e il Starved Rock Park, attraversato da 18 canyon e una cascata dal flusso d’acqua incessante che d’inverno gela offrendosi per scalate e arrampicate ardite.

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Trekking nei canyon dello Starved Rock State Park, uno dei 64 parchi statali dell’Illinois (iStock)

Il Grande Nord: Chicago da vertigine

Alla fine della strada, Chicago: una foresta di vetro e acciaio che si riflette nelle acque turchesi del lago Michigan. Se un tempo fu “rude”, come scrisse Carl August Sandburg, celebre giornalista di queste parti, oggi, al contrario, la metropoli trasuda cultura, glamour, innovazione.

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I musei, l’arte, l’architettura

In attesa dell’inaugurazione dell’Obama Center, il nuovo polo culturale che sta prendendo forma a Jackson Park, nell’area sud della metropoli, fra le architetture Art Déco e i vertiginosi grattacieli di Downtown, che hanno reso inconfondibile il profilo della città, si scoprono musei e prestigiose gallerie d’arte, espressione di un raffinato cosmopolitismo.

È un must The Art Institute con la sua raccolta di opere provenienti da tutto il mondo, comprese antiche statue greche, ceramiche Qing e una delle più ampie collezioni di autori impressionisti fuori dalla Francia.

Accanto, il Millennium Park è un’altra vetrina di arte e architettura, dove si passeggia circondati da edifici iconici – fra tutti lo spettacolare Jay Pritzker Pavillion di Frank Gehry –, e installazioni di artisti internazionali, con sosta obbligata al Cloud Gate, grande scultura in lucido acciaio di Anish Kapoor diventata uno dei simboli della città.

L’emblema del glamour, invece, lo si incrocia poco più avanti, The Magnificent Mile: il miglio più calpestato della metropoli, una teoria di boutique di marchi esclusivi da mandare in estasi i maniaci dello shopping.

Per godersi lo spettacolo della città, la prospettiva migliore è dall’acqua, in crociera lungo il Chicago River, da dove i grattacieli sembrano pareti di un canyon profondissimo e luccicante.

I quartieri

Oltre lo scintillio del suo business center, Chicago è un mosaico di quartieri, più di 70, ciascuno con una propria identità anche etnica, cinese, italiana, polacca. Un melting pot che si riflette nell’offerta gastronomica ampia, 7.300 locali, e di qualità, 25 stelle Michelin, che ha spinto la città ai vertici nelle classifiche stilate dalle riviste di settore.

Per apprezzare il quadro d’insieme bisogna tornare a Downtown e salire in cima a qualcuno di quei giganti, come la Willis Tower e passeggiare sullo Skydeck Chicago, una piattaforma di vetro sospesa nel vuoto a più di 400 metri dal suolo; oppure sul John Hanckok Center dove il TILT, una gabbia trasparente a 310 metri d’altezza, si inclina meccanicamente sopra Michigan Avenue.

Da qui la vista sull’intera città è assicurata, ma nei giorni limpidi lo sguardo riesce a spingersi anche oltre i confini dello Stato, quasi a evocare il lungo itinerario percorso fin qui, sulle strade del Grande Nord.

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Le eleganti architetture di Chicago si riflettono sulla superficie del Gate Cloud, grande scultura in acciaio dell’artista angloindiano Anish Kapoor collocata nel cuore del Millennium Park (iStock)

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Viaggio nel Grande Nord: le informazioni utili

Il viaggio nel Grande Nord raccontato in queste pagine parte dalla costa del Pacifico e si conclude nel cuore degli Stati Uniti. Un percorso che copre oltre 4.000 chilometri e attraversa otto Stati nel nord e nel Midwest americano: Oregon, Stato di Washington, Idaho, Montana, North Dakota, Minnesota, Wisconsin e Illinois.

Un itinerario molto lungo, ispirato al mito tipicamente americano della grandi traversate on the road, che si può decidere di percorrere anche a tappe, in momenti diversi.

Il punto di partenza è Portland, dove si arriva con voli internazionali, che effettuano uno o più scali, operati da diverse compagnie (Delta, United Airlines, Air France). Per il noleggio dell’auto, le principali società, da Hertz a Budget, sono presenti con i loro uffici in aeroporto e in città.

La stagione più adatta per affrontare il viaggio va dalla tarda primavera all’autunno, quando negli Stati settentrionali e del Midwest le temperature sono gradevoli. Ma per chi non teme il freddo, anche l’inverno, con i paesaggi innevati e i laghi ghiacciati, può regalare grandi emozioni.

Per maggiori informazioni sull’organizzazione del viaggio nel Grande Nord, i luoghi da visitare, le strutture dove soggiornare si possono consultare i siti: visittheusa.com; travelportland.com; ndtourism.com; minneapolis.org; enjoyillinois.com; national66.org; choosechicago.com.

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