On the road sull’isola di Oahu, alle Hawaii

Sull’isola di Oahu, nello stato americano delle Hawaii, la Kamehameha Highway pare seguire la sinfonia di un ukulele al tramonto. Questa strada, per i residenti semplicemente The Kam, dedicata a Kamehameha il Grande, unificatore e primo re delle Hawaii dal 1795 al 1819, si estende per 38,8 chilometri ed è l’arteria vitale di Oahu, un’isola con una grande notorietà mediatica: è stata set delle serie tv Lost e Hawaii Five-0, del film Hunger Games: la ragazza di fuoco e, negli anni Ottanta, di Magnum P.I.

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Statua del re delle Hawaii KamehamehaStatua del re delle Hawaii Kamehameha
La statua di Kamehameha, primo re delle Hawaii, che ha unificato l’arcipelago


The Kam, memoria di un popolo

The Kam inizia appena si esce dal trambusto di Honolulu, la capitale delle Hawaii, e percorre un itinerario semicircolare che attraversa l’entroterra passando per le piantagioni di ananas, il frutto più rappresentativo dell’arcipelago.

La strada prosegue poi lungo la North Shore, l’area costiera a nord di Oahu, dove si è mantenuto intatto quel sentimento di amore, rispetto e gratitudine che esprime l’Aloha Spirit hawaiano, e termina a Windward Coast, un gioiello in cui è possibile ascoltare il canto di un gallo selvatico all’alba con il mare in sottofondo.

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Dole Plantation ShopDole Plantation Shop
Il punto vendita della Dole Plantation, con gadget a tema ananas

A ritmo lento sull’isola di Oahu

L’Interstate 1 lascia spazio alla Kamehameha Highway nei pressi del Pearl Harbor National Memorial (nps.gov). Un luogo che tocca l’anima, dove il silenzio parla più di mille parole. Qui le acque calme celano storie di eroismo e sacrificio e ogni onda sembra sussurrare i nomi dei soldati caduti il 7 dicembre 1941, nell’attacco della Marina giapponese alla base americana.

Dole Plantation

Dopo Pearl City l’entroterra incastonato tra le catene montuose Wai’anae e Ko’olau crea una vallata dominata dalle piantagioni della Dole Plantation. Fondata da James Dole nel 1899, si è evoluta da un piccolo chiosco di frutta a una delle principali attrazioni turistiche delle Hawaii.

Già dal parcheggio l’olfatto viene invaso dall’odore dello Smooth Cayenne, la varietà di ananas qui coltivato. All’interno la vista sperimenta un universo dalle mille sfumature di giallo, mentre dal trenino turistico che attraversa la piantagione si ascoltano i segreti di questa pianta che per raggiungere la maturità impiega ben due anni, producendo solamente un paio di frutti prima di essere abbattuto. Nel punto vendita si possono assaggiare molteplici interpretazioni, come le fette fresche di ananas cosparse di Li Hing, una polvere di prugne essiccate, o il famoso Dole Whip, un gelato cremoso senza latte di loro produzione.

surfista a Sandy Beachsurfista a Sandy Beach
Un surfista a Sandy Beach, sulla costa meridionale dell’isola

North Shore, paradiso dei surfisti…

A una dozzina di chilometri dalla Dole Plantation si raggiunge la North Shore, tratto di costa rinomato fin dagli anni Sessanta del secolo scorso per le onde che possono raggiungere i 50 piedi (15 metri) d’altezza e per le conseguenti gare di surf.

Qui si trova uno dei più famosi punti, la Banzai Pipeline, una spiaggia nota per le onde a tubo che richiamano surfisti dal mondo intero. In inverno vi si svolgono gare internazionali come la Triple Crown of Surfing, la più importante a livello mondiale, e il Billabong Pipeline Masters.

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L’anima autentica di Oahu

North Shore non è solamente il paradiso dei surfisti: qui si scopre l’anima autentica dell’isola, si ammirano tramonti spettacolari e ci si imbatte nel sorriso genuino degli abitanti. Il carattere rurale della zona e l’atmosfera rilassata si notano anche nel paesaggio: la popolazione è riuscita a salvaguardare il posto dalla speculazione edilizia che invece ha interessato Honolulu e Waikiki.

La città di Hale’iwa e la sua spiaggia

Hale’iwa è la cittadina più grande di questa parte dell’isola e si dice che viva in simbiosi con le onde. Quando il mare è calmo, le strade e i locali pullulano di persone, ma se l’oceano è in piena forza tutti si spostano all’Hale’iwa Al’ii Beach Park.

Passeggiando per il colorato centro storico sembra di essere sul set della commedia 50 volte il primo bacio (2004) di Peter Segal, con Adam Sandler e Drew Barrymore; tra gallerie d’arte e scuole di surf spicca l’emporio anni Cinquanta di Matsumoto’s, che serve il rinfrescante shave ice, una granita arcobaleno.

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Laniakea Beach santuario delle tartarughe marine verdi isola di Oahu HawaiiLaniakea Beach santuario delle tartarughe marine verdi isola di Oahu Hawaii
Laniakea Beach, il santuario delle tartarughe marine verdi

Le altre spiagge di North Shore

Lungo la North Shore si susseguono le spiagge che hanno reso celebre questo lembo di territorio. Ecco Laniakea Beach, un santuario delle tartarughe marine verdi hawaiane: si avvistano lungo la riva e ai visitatori è chiesto di mantenere un rispettoso silenzio.

Waimea Bay, famosa per le onde gigantesche in inverno, in estate è placida e diventa un’oasi per nuotatori e famiglie che cercano tranquillità. Da qui una deviazione porta al Pu’u O Mahuka Heiau State Historic Site, il più grande e antico heiau (tempio hawaiano): è anche un punto panoramico da dove osservare tutta la costa.

Poi c’è Sunset Beach, che, come dice il nome, è il posto ideale per concludere la giornata: la battigia di spiaggia dorata si tinge di sfumature ardenti mentre il sole si immerge all’orizzonte.

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Sunset Beach isola di Oahu HawaiiSunset Beach isola di Oahu Hawaii
Uno degli incredibili tramonti che si ammirano a Sunset Beach

La selvaggia Windward Coast

Passata Turtle Beach, la Kamehameha Highway corre lungo la selvaggia costa orientale. Qui il vento e l’acqua ne hanno scolpito i profili, creando scogliere ricoperte da infinite sfumature di verde grazie alla vegetazione tropicale. Un’opera d’arte baciata al mattino dal sole che sorge, avvolta da nebbie nel pomeriggio.

Visita al Polynesian Cultural Center

Nei pressi del villaggio di Laie si vive una delle esperienze più belle di Oahu: la visita al Polynesian Cultural Center (PCC). Questo parco tematico no profit è un museo a cielo aperto che rispecchia uno dei principi dell’Aloha Spirit: l’Ohana.

Un concetto quasi spirituale che significa “famiglia”, non limitato alla cerchia parentale, ma allargato a tutte le persone a cui si vuole bene. Lela Kelera Uluiviti, studente e guida, racconta le finalità anche sociali del centro. “Il PCC nasce nel 1963 per aiutare studenti universitari con problemi finanziari, provenienti principalmente dall’area del Pacifico. Il progetto fornisce un lavoro sicuro che permette di pagare la retta della Brigham Young University Hawaii e le spese personali”.

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Il Polynesian Cultural Center, dove si scoprono la cultura e la storia delle isole Hawaii

La ragazza, dopo aver cantato una canzone di ringraziamento nella sua lingua, continua: “Vengo dalle Filippine e fin dall’inizio mi sono sentita parte di una grande famiglia che ti rende indipendente e ti arricchisce culturalmente grazie allo scambio con studenti e visitatori”. La visita al PCC inizia con un’immersione nelle culture delle isole del Pacifico. Come in un viaggio, il visitatore è libero di esplorare i sei villaggi polinesiani che rappresentano le tradizioni di Hawaii, Samoa, Aotearoa, Fiji, Tahiti e Tonga. Tutto è curato nei dettagli per immergersi nella realtà di quei luoghi.

Dagli elementi architettonici ai profumi della flora che prospera lungo le strade, fino ai sapori: gli studenti che rappresentano le varie culture sono ben lieti di raccontarle e di far vivere esperienze al pubblico. Così in pochi metri si può assaggiare il poi, piatto tipico che si ricava dal tubero della pianta di taro, simile a una patata e altamente nutriente; assistere a una vera haka (danza) neozelandese; mettersi alla prova con le lance tahitiane per colpire una noce di cocco.

Si prosegue con l’autentico Ali’i Lū’au, un banchetto reale che combina portate deliziose con l’intrattenimento hawaiano. Chiude l’avventura lo spettacolo HĀ: Breath of Life, una storia avvincente animata da fuoco, canti e danze, con oltre cento interpreti polinesiani.

Il Kualoa Ranch

Superata Laie, la costa si stringe lasciando sempre più spazio agli imponenti pendii delle scogliere. Si entra nel cuore della Windward Coast e si giunge al Kualoa Ranch.

Questa riserva naturale privata fondata nel 1850 si estende su circa 1.600 ettari, con allevamenti e campi coltivati. Oltre a contribuire a mantenere viva la non molto redditizia sostenibilità agricola locale, il Kualoa Ranch è anche un luogo dal grande significato storico.

Il fiore all’occhiello è la valle di Ka’a’awa, ribattezzata Jurassic Valley perché Steven Spielberg ha girato qui diverse scene di Jurassic Park (1993); ha fatto da sfondo anche a diversi sequel. Le sue cime frastagliate, le cascate tumultuose, le ampie valli e le fitte giungle erano considerate uno dei luoghi più sacri di Oahu: qui i re tramandavano ai propri figli il patrimonio culturale e le responsabilità verso la comunità, qui si svolgevano anche rituali nelle notti propizie di luna piena.

Indipendentemente dalla modalità che si sceglie per visitare il ranch – a cavallo, in e-bike, fuoristrada o quad – l’impatto estetico all’arrivo in questa valle è davvero potente: ci si sente sovrastati dalla bellezza, un po’ come succede al professor Grant (Sam Neill) in Jurassic Park.

Byodo-In Temple isola Oahu HawaiiByodo-In Temple isola Oahu Hawaii
Byodo-In Temple, tempio buddhista inaugurato nel 1968 per commemorare il centenario dell’arrivo dei primi immigrati giapponesi alle Hawaii

La Valley of the Temples

Gli ultimi chilometri della Kamehameha Highway costeggiano la Valley of the Temples, un parco commemorativo, nonché cimitero multiconfessionale. Qui spicca il tempio buddhista di Byodo-in: costruito nel 1968 per commemorare il centenario dei primi arrivi giapponesi sull’isola, è una replica dell’originale edificato nel 1052 a Uji, nella prefettura di Kyoto.

La strada conclude in bellezza il suo percorso con l’Ho’omaluhia Botanical Garden, ai piedi della catena montuosa di Ko’olau. Qui le cime delle scogliere creano un anfiteatro naturale che fa da cornice alle ricche collezioni botaniche di diverse regioni tropicali del mondo.

Hoʻomaluhia Botanical Garden isola di Oahu HawaiiHoʻomaluhia Botanical Garden isola di Oahu Hawaii
Ho’omaluhia Botanical Garden, a Kanehoe: inaugurato nel 1982, si estende per oltre 160 ettari

Palazzi reali e centri commerciali

Superata la cittadina di Kaneohe, la strada incrocia la via del ritorno verso Honolulu. Sia percorrendo la panoramica Pali Highway, sia la Kalaniana’ole Highway, che corre lungo tutta la splendida costa meridionale, il punto di arrivo è sempre la spiaggia di Waikiki, teatro delle imprese di Duke Kahanamoku (1890-1968), il padre del surf moderno.

Waikiki Beach isola Oahu HawaiiWaikiki Beach isola Oahu Hawaii
Waikiki Beach, a Honolulu, sulla costa sud dell’isola di Oahu. Qui sorgono i grandi alberghi, come il Moana Surfrider, edificato all’inizio del XX secolo

Honolulu nel secolo scorso ebbe un grande boom edilizio trainato dal turismo. Le speculazioni immobiliari hanno creato una maggiore consapevolezza ambientale e imposto un cambio di rotta. Così, mentre si ammirano edifici storici come lo Iolani Palace (iolanipalace.org), l’unico palazzo reale sul territorio degli Stati Uniti, residenza dei sovrani della dinastia Kamehameha, colpiscono i centri commerciali che combinano le moderne architetture con elementi floreali e naturalistici, trasformando lo shopping in un viaggio sensoriale.

Come all’Ala Moana Center, il mall all’aperto più grande del mondo, in cui si è avvolti dal profumo dei fiori di plumeria, simbolo di amore e bellezza, utilizzati per creare le lei, tradizionali ghirlande hawaiane.

Si prosegue per il Royal Hawaiian Center, al cui interno si trova il Royal Grove, una piazza che celebra il ricco patrimonio di Helumoa, la storica piantagione di cocco di Waikiki, e dove si può assistere a spettacoli di danze e musiche tradizionali.

Infine si conclude con l’International Market Place e la sua rigogliosa vegetazione tropicale, tra cui un enorme albero di Banyan (Ficus benghalensis) circondato da corsi d’acqua e cascate.

Al tramonto si torna sulla spiaggia di Waikiki dove, con la sabbia calda sotto i piedi e l’aria salmastra che accarezza la pelle, si sorseggia l’ultimo Mai Tai, un cocktail a base di rum, orange curaçao, lime e orzata. Mai Tai, significa “buono”. Non serve aggiungere altre parole.

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La dritta di DOVE

Delizie su quattro ruote: gamberetti e cocco. Il fenomeno dei food truck sull’isola di Oahu è una parte vivace e in continua evoluzione della cultura gastronomica locale.

Molti trucker sono diventati leggende e hanno aperto sedi in tutta Oahu e nelle isole vicine. Alle Hawaii la ricerca dello street food migliore spesso si trasforma in una vera e propria caccia al tesoro, con lunghe attese da mettere in conto alla cassa dei trucker più celebri.

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Come Giovanni’s Shrimp Truck, famoso per i gamberi e scampi all’aglio; la simpatica Bonny di Shrimp Shack (53-360 Kamehameha Hwy, Hauula), che dal 1997 attira buongustai per i suoi gamberetti al cocco con salsa al mango e miele e il gustoso Mahi Mahi (tonnetto); Leonard’s Bakery con il Malasada Mobile, che sforna dolci hawaiani. Impossibile elencarli tutti o stabilire quale sia il migliore: l’unico consiglio è fermarsi e assaggiare, per sperimentare la varietà di sapori che riflettono la diversità delle tradizioni culinarie dell’isola.

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