Giappone Penisola di Kii: dov’è, come arrivare, cosa vedere

Montagne sacre, santuari e cascate, terme naturali, sapori tradizionali e un’ospitalità autentica, gestita da monaci e famiglie locali. Dall’altra parte del mondo, nella penisola di Kii, nel sud del Giappone, si ritrovano atmosfere e scenari che ricordano quelli dell’Umbria. Una regione verde con una storia antica, immersa nella spiritualità e nel culto del buon cibo.

Ancora poco battuta dal turismo, la penisola di Kii stupisce i viaggiatori che scelgono di scoprire una delle aree meno urbanizzate del Giappone. Dove ogni angolo sussurra storie di fede, dedizione e bellezza senza tempo.

Meta millenaria di pellegrinaggi, è attraversata dai sentieri del Kumano Kodo, che si snodano tra foreste di alberi per raggiungere santuari shintoisti e templi buddhisti, mescolati in un’armoniosa fusione tra culti diversi. Ovunque si percepisce un’energia che trasforma il viaggio in un’esperienza di connessione profonda con la natura.

Mentre il contrasto tra la bellezza selvaggia delle montagne e il paesaggio marino della costa aumenta il fascino della penisola, una delle destinazioni più interessanti e variegate di tutto il Giappone.

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Dove si trova la penisola di Kii

A sud di Kyoto e Osaka, la penisola di Kii (in giapponese Kii Hanto) si allunga per buona parte nell’oceano Pacifico. Si trova nella parte meridionale del Giappone, sull’isola di Honshu, in un territorio coperto da una densa foresta pluviale.

È suddivisa nella prefettura di Wakayama, che occupa l’intera parte meridionale, la prefettura di Osaka, la prefettura di Nara e quella di Mie. La regione è costellata di templi costruiti tra le alte vette che, in questa zona, sfiorano i 2.000 metri.

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Sentieri del Kumano Kodo (iStock)

Cosa fare nella penisola di Kii

Con le sue foreste rigogliose, la penisola di Kii viene considerata la dimora degli dei ed è venerata da secoli. Fra boschi, villaggi pittoreschi, onsen e templi, si snodano le antiche strade tracciate fin dall’XI secolo dai pellegrini in viaggio dalle vecchie capitali di Nara e Kyoto.

Questi percorsi sono conosciuti oggi con il nome di Kumano Kodo (letteralmente la “vecchia strada di Kumano”). Insieme a Santiago de Compostela in Spagna, queste vie di pellegrinaggio sono le uniche inserite tra i siti dell’Unesco.

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Uno scorcio dei sentieri del Kumano Kodo e le cascate di Nachi (iStock)

Oggi questi boschi mistici fanno parte del Parco Nazionale Yoshino-Kumano, dove i viaggiatori possono sperimentare i benefici dello shinrin-yoku, il “bagno nella foresta”, su corpo e mente. Percorrere gli antichi sentieri significa anche immergersi nella cultura spirituale del Giappone e interagire con le comunità locali, per poi rilassarsi nelle acque curative degli onsen e assaporare l’ottima cucina dei minshuku, i piccoli locali a conduzione familiare dove passare la notte.

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Cosa vedere nella penisola di Kii

I sentieri del Kumano Kodo

Il cammino lungo i sentieri del Kumano Kodo non è solo un viaggio fisico, ma un’esperienza spirituale, una scoperta interiore che lascia un segno indelebile nell’anima di chiunque abbia il privilegio di percorrerlo.

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Sentieri del Kumano Kodo (iStock)

Incastonati tra le montagne sacre della penisola di Kii, i tracciati si snodano tra alberi millenari, custodi delle storie di pellegrinaggi compiuti nei secoli da imperatori, monaci e fedeli. Nell’aria è diffuso un profondo senso di sacralità, mentre la vegetazione avvolge in un abbraccio chi sceglie di venire fin qui.

L’ingresso ai luoghi sacri viene anticipato dai torii, i tradizionali portali rossi. Il rito di attraversarli porta con sé un senso di purificazione, mentre il suono dell’acqua dei ruscelli accompagna il cammino, con una melodia rilassante che si mescola al fruscio del vento tra le foglie.

I templi da visitare nei sentieri

Il percorso è costellato da templi e santuari nascosti che emergono dal verde. Come quello di Kumano Hongu Taisha, cuore spirituale della regione, che si trova tra le montagne e invita al raccoglimento con la sua maestosa semplicità. Il Kumano Hatayama Taisha, più vicino alla costa, rappresenta la transizione tra mare e montagna, un luogo in cui la terra incontra l’energia del mare.

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Sentieri del Kumano Kodo (JNTO)

Infine, si scopre il Kumano Nachi Taisha, con la sua spettacolare posizione vicino alla cascata Nachi. Accanto, c’è il tempio buddista di Seiganto-ji, uno dei più antichi del Giappone, con la pagoda rossa che spicca, in contrasto con il verde della foresta e l’argento della cascata.

Rappresenta l’unione del buddismo e dello scintoismo, testimoniando secoli di armonia tra le due religioni. Mentre il Fudarakusan-ji, dedicato al Bodhisattva Kannon, custodisce la leggenda dei monaci che si lasciavano andare alla deriva sull’oceano, nella speranza di raggiungere il paradiso di Kannon.

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I sentieri del Kumano Kodo (iStock)

Si possono visitare tutti i templi principali in un giorno solo spostandosi in auto, ma qui, come in pochi luoghi al mondo, il vero viaggio diventa proprio il cammino. I percorsi di montagna sono stati concepiti per essere impegnativi e intensificare l’esperienza spirituale, ma ce ne sono di ogni tipo, alla portata di tutti. Esistono sentieri segnalati con itinerari da una a tre ore adatti ai principianti, così come trekking impegnativi da percorrere in tre o quattro giorni per gli escursionisti più esperti.

La maggior parte dei sentieri, in genere, non supera il chilometro di lunghezza e si snoda su gradini di pietra e pavimenti coperti di muschio che facilitano la camminata. L’altra caratteristica dei percorsi è la presenza di numerosi oji, piccoli santuari che proteggono e guidano i pellegrini fino alla meta.

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Le cascate di Nachi

Immerse nel cuore della foresta sacra della prefettura di Wakayama, le cascate di Nachi sono una delle meraviglie naturali della regione. Con i loro 133 metri di altezza, sono anche le più alte del Giappone, un luogo dove l’acqua sembra scivolare come seta giù dalla parete di roccia.

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Le cascate di Nachi (iStock)

Il tempio buddista Seiganto-ji, di fianco alle cascate, offre una vista spettacolare: la sua pagoda a tre piani spicca, con il rumore delle acque in sottofondo. Si trova in un punto in cui il tempo sembra fermarsi e l’armonia tra uomo e natura diventa reale.

Poco distante, vicino al sentiero Daimon-zaka Chaya si può vivere un’esperienza davvero speciale: qui si possono affittare kimono del periodo Heian – un’epoca della storia giapponese tra l’VIII e il XII secolo – per passeggiare in abito tradizionale tra i cedri lungo l’antica via in pietra che porta al tempio.

A pochi passi dal sentiero si trovano i Meoto Sugi, una coppia di antichi alberi di cedro di 800 anni che sembrano custodire i segreti di secoli di storia e sono testimoni del passaggio di innumerevoli pellegrini. Sacri e imponenti, sono un simbolo della forza e della longevità che si può percepire quando ci si ritrova vicino alla loro ombra, avvolti dall’energia delle profonde radici.

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Le cascate di Nachi (iStock)

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Le terme di Kawayu Onsen

Alla purificazione dello spirito non può che seguire quella del corpo, visto che la prefettura di Wakayama è ricca di onsen, le sorgenti termali naturali. Le più suggestive sono quelle di Kawayu Onsen, un piccolo villaggio costituito principalmente da locande, nascosto in una piccola valle nel cuore della penisola.

A differenza delle classiche onsen, qui le acque termali sgorgano direttamente dal fiume Oto, riscaldate dal calore geotermico che filtra verso la superficie attraverso le sponde ghiaiose.

Nelle vasche naturali che si formano lungo il letto del fiume ciascuno può creare la propria piccola piscina privata, scavando con le mani nella ghiaia e lasciando che la cavità si riempia di acqua calda. Per chi desidera un’esperienza più raccolta ci sono alcuni ryokan tradizionali che offrono bagni termali privati, ma il vero fascino di Kawayu è proprio la possibilità di creare la propria onsen personale nel fiume. Un’esperienza di rara autenticità, che unisce natura, cultura e benessere.

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Cimitero di Okunoin, Koyasan (iStock)

Passare qualche ora immersi in queste acque calde, circondati dalla bellezza selvaggia delle montagne e con il suono rilassante del fiume in sottofondo, è un’esperienza rigenerante che permette di connettersi con la natura e con le stagioni. In inverno, quando la neve ricopre il paesaggio, l’onsen diventa un’oasi di calore: il vapore sale dalle acque creando un’atmosfera fiabesca. D’estate, il contrasto tra l’acqua calda delle sorgenti termali e la fresca corrente del fiume rende l’esperienza ancora più piacevole.

Nella penisola di Kii si trovano anche altre sorgenti termali. Le Ryujin Onsen, vicino a Tanabe, sono famose per la proprietà delle loro acque di rendere la pelle liscia e luminosa, le Watarase Onsen hanno spettacolari piscine naturali che si insinuano nei passaggi tra le montagne, mentre a Nachi Katsuura e Shirahama le sorgenti termali si trovano a ridosso del mare, in un panorama meraviglioso che ha attirato, fin dall’antichità, principi e imperatori.

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Il monte Koya

Immerso in una natura rigogliosa, il monte Koya (Koyasan per la gente del posto) è una sorta di Assisi del Sol Levante, una delle mete di pellegrinaggio più antiche e frequentate del Giappone.

Il complesso monastico, costruito nell’816 dal monaco Kobo Daishi, oggi è una città-tempio che offre un rifugio per chi è in cerca di tranquillità. Situato tra le montagne della prefettura di Wakayama, a circa due ore di treno da Osaka, è famoso per la sua atmosfera mistica, avvolta dalle nebbie e dai boschi.

Uno dei luoghi da visitare è il monumentale cimitero di Okunoin, con oltre 200.000 tombe, inclusa quella di Kobo Daishi. Camminare lungo i sentieri silenziosi, illuminati da migliaia di lanterne, offre una sensazione di pace indescrivibile, quasi fuori dal tempo. Così come la sala delle lanterne Torodo, che custodisce fiamme accese da secoli e rappresenta un simbolo di fede e continuità spirituale.

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Koyasan, nella penisola di Kii (JNTO)

Il Monte Koya è famoso anche per gli shukubo, i templi che offrono ospitalità ai visitatori. Soggiornare in uno di questi luoghi è un’esperienza unica, che permette di partecipare ai rituali mattutini e vivere la quotidianità monastica. Tra i templi più suggestivi da visitare c’è il Kongobuji, sede principale del buddismo Shingon, con i suoi raffinati giardini di pietra e le meravigliose pitture parietali.

Non mancano i percorsi di trekking che si snodano tra i boschi circostanti, perfetti per esplorare la natura che abbraccia Koyasan. Da non perdere il Danjo Garan, un complesso di edifici religiosi che include la pagoda Konpon Daito, esempio straordinario dell’architettura sacra giapponese.

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Le spiagge di Shirahama

Tra le mete più visitate della penisola di Kii c’è sicuramente il paesaggio costiero di Shirahama, famoso per le sue acque cristalline e le bellissime spiagge. Il suo nome, che significa letteralmente “spiaggia bianca”, rende bene l’idea di questo luogo incantevole dove il sole si riflette sulle acque dell’oceano che sfumano dal turchese al blu.

Sembra uscito da un sogno tropicale, ma non tutto è come appare. La sabbia bianca e finissima che rende così azzurre le acque non è locale, ma importata dall’Australia.

Al largo della costa sorge la minuscola isola di Engetsuto, famosa per il suo arco naturale attraverso cui è possibile vedere il sole che tramonta, come fosse un oblò. Il suo nome significa “isola della luna piena” e non può essere visitata a causa di problemi di erosione, ma la vista dalla costa basta a rendere memorabile questo romantico scorcio.

Spiaggia di Shirahama Spiaggia di Shirahama
Spiaggia di Shirahama (iStock)

Facilmente raggiungibile da Osaka in circa due ore di treno, la spiaggia di Shirahama è una meta perfetta per una fuga di un giorno o per un weekend. Durante l’estate invita a lasciar passare le ore in completo relax, ma anche fuori stagione conviene mettere in conto di trascorrere qui almeno una giornata, da concludere con una passeggiata al tramonto, quando il cielo si colora di sfumature rosate.

A Shirahama non c’è solo una spiaggia. A poca distanza dal mare si trovano alcune onsen naturali, come le sorgenti di Saki-no-Yu, dove è possibile immergersi nelle acque calde mentre lo sguardo si perde sull’oceano. Per chi cerca un po’ di avventura la meta da raggiungere è Sandanbeki, una scogliera a picco sul mare che regala vedute spettacolari, con le onde del Pacifico che si infrangono sulla parete rocciosa sollevando spruzzi d’acqua.

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Isola di Engetsuto (iStock)

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Il santuario di Ise

Con la sua atmosfera mistica e la bellezza del paesaggio, Ise incanta fin dal primo sguardo. Il cuore pulsante di questa località è il Grande Santuario di Ise (Ise Jingu), uno dei luoghi più sacri del paese, dedicato alla dea del sole Amaterasu.

Si raggiunge attraversando il ponte Uji, che sovrasta un corso d’acqua. Dall’altra parte del fiume il cammino si snoda su un sentiero ombreggiato dalla foresta secolare. La serenità della natura che lo circonda riflette la semplicità e la bellezza del santuario, costruito interamente in legno senza chiodi, seguendo lo stile architettonico più antico del Giappone.

La particolarità di questi templi è la loro provvisorietà: vengono ricostruiti ogni 20 anni in un rituale chiamato Shikinen Sengu, un atto di rinnovamento che simboleggia la continuità e il ciclo della vita.

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Koyasan, nella penisola di Kii (JNTO)

Dopo la visita al santuario, la passeggiata prosegue nel vicino quartiere di Ohara Machi. Le strade acciottolate di questo affascinante distretto storico sono costeggiate da case di legno tradizionali e negozi di oggetti realizzati da artigiani locali. Qui si possono acquistare gli amuleti portafortuna di Ise Jingu, perfetti per chi desidera portare a casa un tocco di spiritualità. Ma si trovano anche splendidi piatti di ceramica, kimono tradizionali e stampe realizzate a mano.

Le rocce sposate di Meoto-Iwa

Vale la pena di spostarsi di qualche chilometro da Ise per andare verso l’oceano e ammirare le rocce di Meoto-Iwa (letteralmente la “coppia” di rocce). Conosciuta per la sua romantica storia, questa coppia di scogli poco distante dalla costa è unita da una gigantesca shimenawa, la robusta fune di canapa e paglia di riso usata per delimitare i luoghi sacri ai culti dello scintoismo.

Le due rocce sacre rappresentano Izanagi e Izanami, le divinità che, secondo la mitologia, hanno dato origine al Giappone. Per questo vengono considerate protettrici del matrimonio e visitate dalle coppie di innamorati.

Lo spettacolo è ancora più affascinante durante le mattine d’estate, quando il sole compare all’alba tra le due rocce, regalando scorci da cartolina.

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Le rocce di Meoto-Iwa (iStock)

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Dove dormire nella penisola di Kii

Tra le esperienze indimenticabili c’è quella di soggiornare negli shukubo, i templi buddisti nati per ospitare i pellegrini, ma che oggi accolgono anche i turisti. Per una notte si può vivere come un monaco: sveglia all’alba, preghiera rituale e un assaggio della shojin ryori, la tradizionale cucina vegetariana.

In particolare a Koyasan, gli alloggi del tempio permettono di immergersi nella cultura tradizionale giapponese. Con una grande storia che risale a un passato ormai remoto, questo monastero buddista accoglie gli ospiti nel bellissimo giardino di rocce e muschio realizzato da uno dei garden designer più famosi del Giappone, Mirei Shigemori.

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Un esempio di shukubo, un tempio che offre ospitalità ai turisti (JNTO)

Le attività proposte agli ospiti includono la copia dei sutra, sessioni di meditazione, la preghiera mattutina e altri rituali, come la commovente cerimonia del canto Otsutome la mattina presto. Le prenotazioni possono essere effettuate tramite il sito ufficiale della Koyasan Tourist Association & Koyasan Shukubo Association.

Nei piccoli centri abitati si può scegliere un’altra soluzione tipicamente locale: quella dei minshuku, le pensioni a conduzione familiare simili ai B&B. I bagni sono in comune e i pasti si consumano in una sala da pranzo condivisa.

Le camere sono in stile tradizionale con tatami e futon e nel prezzo sono quasi sempre incluse colazione e cena. Uno dei più graziosi è il Minshuku Yamane, una tipica casa di montagna in stile tradizionale con un onsen privato.

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Spiaggia di Shirahama (iStock)

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Cosa mangiare nella penisola di Kii

Come ogni parte del Giappone, anche questa zona ha le sue specialità. Non si può lasciare Ise senza provare l’Ise Udon, un piatto locale a base di “spaghettoni” piuttosto spessi, servito con una salsa di soia particolarmente saporita. Per uno spuntino veloce, meglio optare per il dolce, chiamato Aka fuku: una pallina di mochi a base di riso ricoperta di anko, una sorta di marmellata di fagioli.

Tra le mete gastronomiche da visitare nella pensiola di Kii c’è la città di Matsusaka, nella prefettura di Mie, un tempo dominata da una fortezza di cui restano solo le mura. Qui la specialità da provare è la carne di Matsusaka che compete con (e secondo alcuni addirittura supera) la più famosa varietà di Kobe.

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Una specialità di carne della cucina giapponese (JNTO)

Da non perdere una tappa nel luogo di nascita della salsa di soia, la cittadina di Yuasa, nella prefettura di Wakayama. Qui si produce il condimento più famoso del Giappone da 750 anni. Nelle botteghe si trovano prodotti di qualità dal sapore eccezionale, creati fermentando la salsa per 15 mesi invece dei sei richiesti. Tra i produttori storici locali merita una visita Kadocho, una delle aziende più longeve, che organizza tour guidati per scoprire la storia e i metodi di produzione della salsa.

Altrettanto tipico, anche se meno noto, è l’umeshu, un liquore realizzato con le ume, una sorta di albicocca simile alla prugna usata come base per un processo di fermentazione alcolica.

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Quando andare nella penisola di Kii

Con la sua alternanza di boschi e paesaggi costieri, questa parte del Giappone offre in ogni stagione panorami memorabili. Se l’inverno porta sulle montagne il bianco della neve che contrasta con i colori vivaci delle tonache arancioni dei monaci, in primavera le lacche rosse dei templi si confondono con il rosa dei petali dei fiori di ciliegio.

L’estate segna il trionfo della vegetazione, mentre i mesi di ottobre e novembre regalano una bellezza particolare alle foreste, con colori meravigliosi.

Chi sceglie di cimentarsi con i trekking del Kumano Kodo trova sentieri aperti tutto l’anno, ma a causa del clima rigido e delle ridotte ore di luce l’inverno è consigliabile solo ai camminatori esperti. Chiusure dei sentieri possono verificarsi anche durante la stagione dei tifoni, tra agosto e inizio ottobre, il periodo meno consigliabile per questo viaggio.

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I fiori di ciliegio (JNTO)

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Come arrivare nella penisola di Kii

La penisola di Kii si trova a 2 ore di treno da Osaka. Finnair, la compagnia aerea della Finlandia, collega l’Italia al Giappone con voli che fanno scalo a Helsinki con partenze dagli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino e, durante la stagione estiva, anche da Bologna, Napoli, Venezia e Verona.

Le tariffe per la tratta a/r verso Osaka partono da € 841 in Economy, da € 1.705 in Premium Economy e da € 2.867 in Business.

La flotta aerea che effettua voli intercontinentali è stata da poco rinnovata con un nuovo allestimento della cabina per i voli di lungo raggio. Premiata come Best Cabin per la First Business Class agli Yacht and Aviation Awards, la struttura a guscio delle poltrone della Business Class permette ai passeggeri di variare le posizioni di seduta e di riposo, garantendo totale privacy.

A bordo sono disponibili anche la nuova cabina Premium Economy, con sedili più ampi e pasti esclusivi, e la nuova e confortevole cabina Economy.

Durante la sosta a Helsinki ci si può concedere il lusso di passare qualche ora nella nuova Finnair Business Lounge, inclusa per i viaggiatori con biglietti Business Class Classic e Flex e per membri di Finnair Plus Gold. Ma l’accesso può essere acquistato come servizio extra durante la prenotazione dei biglietti. Il design della lounge, firmato dallo Studio Joanna Laajisto, riflette la serenità del paesaggio finlandese con tocchi di designer nordici, come Artek, Nikari e Gubi.

Info al sito ufficiale della compagnia.

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Cabina della Business Class della compagnia finlandese Finnair (Finnair)

Come muoversi nella penisola di Kii

La penisola è facile da esplorare. Partendo da Osaka, si raggiunge in meno di due ore di auto. È possibile esplorarla con i mezzi pubblici, con la Kisei Main Line che corre lungo il bordo esterno e linee di autobus che la attraversano. Per muoversi in zone meno turistiche o più velocemente conviene però affittare un’auto: le strade sono poco trafficate e ben segnalate.

Informazioni ufficiali

Tutte le informazioni per organizzare un viaggio nella penisola di Kii si trovano sul sito di Japan National Tourism Organization.

Informazioni aggiornate sono disponibili anche sulla pagina Facebook Scopri il Giappone e sul profilo Instagram visitjapan_it.

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