Creta cosa vedere tra spiagge, snorkeling e siti archeologici

Alla scoperta di Creta: cosa vedere tra spiagge, snorkeling e siti archeologici nei periodi senza overtourism, evitando il rialzo dei prezzi aerei. Quando le uscite in barca non portano solo a spiagge nascoste al fondo di canyon rigogliosi di oleandri, ma anche a battute di pesca di ricciole, tonnetti, seppie e calamari. Da gustare freschi nelle taverne, prima che finiscano nei freezer.

Indice

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Creta, l’isola per ogni stagione

Creta è davvero un’isola per ogni stagione: d’estate per il mare, in qualsiasi periodo per la sua grande natura, che la rende un autentico paradiso. È anche una meta archeologica d’eccellenza per i siti dell’epopea minoica (2700-1400 a. C.), che vide la nascita della civiltà mediterranea e del suo dominio sul mare.

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Mappa di Creta

Ed è un luogo d’arte: durante il dominio veneziano ci fu il Rinascimento pittorico, con la Scuola Cretese, protagonisti El Greco e Michele Damasceno, che frequentarono le botteghe di Tiziano e del Veronese.

Creta quindi offre molto più di un soggiorno balneare. Dove propone un’esplorazione che dal capoluogo Heraklion (o Iraklion) si prolunga nella parte centrale dell’isola, fino al Mar Libico. Fra spiagge segrete, archeologia e arte, cucina genuina, ecoresort.

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Creta, cosa vedere: le belle scoperte di Heraklion

Museo della tecnologia antica Kotsanas

Robot? Calcolatori astronomici? Li hanno inventati gli antichi Greci. Persino un automa umanoide che si aggirava nei simposi versando il vino. E la macchina di Anticitera, una sorta di computer ante litteram, ideato da Archimede nel III secolo a.C., protagonista dell’ultimo film Indiana Jones e il Quadrante del Destino.

È una delle tante sorprese del Museo della tecnologia antica Kotsanas, nella cittadina di Heraklion, quasi sempre prima tappa di viaggio a Creta per i comodi collegamenti aerei.

Museo archeologico

Ci si ferma poco più di un giorno, giusto per ammirare “pezzi” resi celebri da ogni documentario o libro sulla civiltà minoica, come l’enigmatico Disco di Festo e l’affresco del Principe dei gigli, al Museo archeologico. Ma Heraklion merita più tempo.

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La brocca Guarnià (1600 a.C.), conservata al Museo archeologico di Heraklion: prende il nome dal luogo del suo ritrovamento, presso il golfo di Mirabello, e raffigura un polpo (Enrico De Santis)

Kastro di Koules

Per respirare gli spruzzi delle onde lungo il camminamento sul mare che porta al Kastro di Koules, fortezza veneziana ben restaurata, sede di mostre, concerti e di una raccolta di reperti sottomarini, di cui alcuni trovati dal grande oceanografo Jacques Cousteau sull’isolotto di Dia, a sei miglia nautiche (poco più di undici chilometri) da qui.

Agios Titos

Merita una sosta il Caffè Platanos, sovrastato dalla chioma esuberante di un platano vetusto, di fianco ad Agios Titos, chiesa millenaria che svela in ogni dettaglio la trasformazione in moschea in epoca ottomana.

Agios Markos

Poi si fa una digressione nell’arte contemporanea fra le navate di Agios Markos, basilica sconsacrata del XIII secolo, oggi votata all’avanguardia creativa. Ci si perde nel labirinto di vicoli che si irradiano dal bazar Odos 1866, fra souvenir, teli da spiaggia, cosmetici naturali, formaggi di montagna.

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Creta, cosa vedere: il Palazzo di Cnosso

Creta, cosa vedere: a proposito di labirinti, la geografia dell’immaginario identifica quello del Minotauro e la reggia del mitico re Minosse a cinque chilometri da Heraklion, nel Palazzo di Cnosso, che era composto da 1.300 stanze su 20 mila metri quadrati. È la meta d’obbligo in un primo viaggio a Creta.

Palazzo di CnossoPalazzo di Cnosso
Affresco del delfino nel palazzo principale di Cnosso (iStock)

Creta, cosa vedere: il Museo delle icone

Ma se c’è un posto da non perdere a Heraklion, questo è il Museo delle icone, nella suggestiva Agia Ekaterini, antica chiesa e scuola conventuale. Un capogiro di manoscritti miniati, icone incorniciate fra gemme e argenti e sei opere di Michele Damasceno (1530-1593).

Influenzato da Tiziano, Tintoretto e Veronese quando fu chiamato a Venezia per decorare la meravigliosa iconostasi di San Giorgio dei Greci, Damasceno ha rivoluzionato la pittura bizantina, ammorbidendone le rigidità iconografiche.

Agia Ekaterini è il vero preludio alla famosa Scuola pittorica di Creta. Ed è un preludio, ma alla ricca cucina locale, una cena da Peskesi, nella storica dimora di un capitano di mare.

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Porto di HeraklionPorto di Heraklion
Barche da pesca nel porto di Heraklion (iStock)

Candele e lucerne

Lasciata Heraklion, si fa rotta a sud. Zaros è un paesotto in saliscendi fra vecchie case rurali, famoso per l’acqua che nasce sul monte Psilorits e sgorga in un cantuccio del villaggio.

Nel 2017 è stata premiata come miglior acqua imbottigliata del mondo alla Berkeley Springs International Water Tasting, la più grande degustazione e competizione di settore, a Berkeley Springs, nel West Virginia.

Creta, cosa vedere: il laboratorio di telai a Mitos

Ci sono altre ragioni per fermarsi a Zaros. Una è Mitos, laboratorio con cinque telai di legno dove, da 40 anni, Maria Zaxarioudakes tesse asciugamani, tovaglie e runner per la tavola con disegni geometrici e floreali su cotone o lino.

“Per la seta, che arriva dalla Tracia, mi ispiro ai motivi del Museo archeologico di Heraklion, compreso l’affresco del Principe dei gigli”.

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Il laboratorio Mitos, nel villaggio di Zaros, dove Maria Zaxarioudakes tesse, su telai di legno, asciugamani e tovaglie in lino e cotone (Enrico De Santis)

La cucina autentica di Vegera

A Creta, un’altra cosa da vedere è Vegera, piccola taverna dalle sedie colorate che si è data la missione di riscattare la gastronomia cretese autentica: niente moussaka surgelata o souvlaki duri come le colonne di Cnosso, ma umidi di carne e di legumi, agnello al forno, zuppe, formaggi.

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L’eco-fattoria Kamihis Farm

Tutti i prodotti, olio, vegetali e carne, arrivano da Kamihis Farm, eco-fattoria con camere. Dista poco più di un chilometro dal paese, eppure raggiungerla è un salto nella natura selvaggia.

La strada bianca taglia polverosa una distesa a perdita d’occhio di ulivi, cespugli di mirto e macchia, fino a una vera fattoria con polli, pecore, maialini e pony. Le stanze sono in un edificio ben discosto dalle stalle e l’elettricità si limita a illuminare il giusto la strada.

Nelle camere ci sono solo candele e lucerne, per serate in cui si scruta un cielo senza inquinamento luminoso; alcune hanno la vasca da bagno in pietra all’esterno per godersi albe e, dalla stanza Paraskevi, tramonti infiniti.

Si può dormire anche nella camera-museo, spesso usata come set di film per i mobili antichi e l’abito da sposa della nonna come decorazione. La donna era l’ava di Michalis Kamihis, proprietario e fattore dell’agriturismo, che accompagna volentieri gli ospiti in fuoristrada fino all’inizio del trekking (in discesa) lungo la gola di Rouvas, con paesaggi indimenticabili.

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Una camera dell’eco-fattoria Kamihis Farm, a Zaros, una vera azienda agricola con allevamento di polli, pecore, maialini. Le stanze sono illuminate solamente da candele e lucerne; alcune hanno una vasca da bagno in pietra all’esterno, alimentata con acqua di monte. Si usano esclusivamente saponi biologici (Enrico De Santis)

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Il trekking alla gola di Rouvas

C’è un altro imbocco del percorso nel canyon (in salita, due-tre ore fra andata e ritorno) dalle sponde del Votomos, laghetto artificiale dalle acque smeraldine per il riflesso dei boschi che lo circondano, affollato nei weekend per le scorpacciate di trote nelle taverne sulle rive.

Il periodo migliore per inoltrarsi nella gola è dopo le piogge primaverili, seguendo il corso gorgogliante di un piccolo fiume che forma cascatelle, alimenta cordoni di oleandri e la foresta protetta di querce spinose.

Prima o poi si arriva al monastero di Agios Nikolaos, che sembra una torta di panna con glasse di zucchero cerulee (le cupole). Dietro, ecco una piccola chiesa con preziosi affreschi del XIV secolo. Rouvas è meta d’elezione per i trekker: da qui passa l’E4, cammino di 12 mila chilometri che attraversa dieci Paesi europei.

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Creta, cosa vedere: la grotta di Psychro

Fin qui il viaggio si srotola lungo le propaggini dello Psiloritis o monte Ida, la cima più elevata dell’isola, 2.452 metri, geoparco Unesco ed europeo. Una tappa importante nella geografia dei miti: qui, nella grotta di Psychro, l’infante Zeus fu nascosto alla voracità del padre Crono, che divorava i figli, e allevato dalla capra Amalthea.

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La piscina di Villa Olympia, uno dei 23 cottage del resort Eleonas Country Village, presso il monte Psiloritis (Enrico De Santis)

Ai piedi della montagna, fra ulivi e carrubi, il resort Eleonas Country Village è a modo suo un mito per chi ama le vacanze attive. È aperto tutto l’anno: per i trekking botanici, per la caccia al tartufo in autunno, nella foresta di Rouvas.

Ci sono 23 cottage, alcuni con piscina. Il ristorante ostenta il Quality Label of Cretan Cuisine e, comunque, i proprietari Manolis e Vangelis Saridakis organizzano tour gastronomici fra le fattorie locali, ma il loro menu più ricco è quello di escursioni e trekking, con 14 percorsi fra uliveti e canyon nella gola di Agiofarago che arriva al mare, dove ci si tuffa dopo la camminata.

I monasteri di Vrontisi e Valsamonerou

E fino a monasteri come quello di Vrontisi, fascinoso per gli affreschi del XIV secolo e per le icone sacre realizzate da Michele Damasceno, alcune conservate nel museo di Santa Caterina a Heraklion. Vrontisi è custodito da un solo monaco, ma in epoca veneziana era sede di una rilevante scuola d’arte frequentata, si dice, da El Greco.

Il monastero si raggiunge anche in automobile, godendosi il paesaggio. Da qui si può poi proseguire fino a Valsamonerou, un altro monastero con importanti pitture murali, oggi spopolato, aperto solo per funzioni religiose.

O fare provviste di olio da Kurtes, che sembra un anonimo capannone industriale e ha un olio eccellente, così come i paté di olive e la marmellata di arance: i prodotti sono tutti artigianali.

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Sito archeologico di Gortina (iStock)

La cantina di Zacharioudakis

Un’altra tappa è l’avveniristica Zacharioudakis Winery, dove degustare vini biologici. Il proprietario della cantina, Stelios Zacharioudakis, vignaiolo e giornalista, racconta delle recenti scoperte archeologiche, in zona, di antichissimi torchi vinari, segno che il territorio era votato all’enologia già in epoche remote.

Dalla vetrata indica il paesaggio sulla piana di Messara e sulle cime dei monti Asterousia, predilette per l’arrampicata e i trekking nelle gole. A 12 chilometri dalla cantina c’è il celebre Palazzo di Festo, cuore della civiltà minoica. E a un chilometro, Gortina, importante città nominata da Omero e Platone.

Creta, cosa vedere: il platano di Zeus

Scavare nella storia. Non c’è angolo di Creta senza un sito archeologico. Uno dei più emozionanti è a Gortina, 45 chilometri a sud di Heraklion, dove lavora la Scuola archeologica italiana e gli scavi continuano.

Fu una città potentissima, capitale dell’isola ai tempi dei Romani, come testimonia il muro con inciso il codice delle leggi. L’area archeologica è vasta, anzi doppia. E se si crede ai miti, ne fa parte anche un enorme e vetusto platano dove Zeus amò finalmente Europa (generando il re Minosse) dopo averla rapita nelle sembianze di un toro.

Nell’estremità occidentale è imperdibile il nuovo (2023) Museo di Messara, con i ritrovamenti di Gortina, reperti dalla preistoria al Medioevo cristiano e una una sezione digitale.

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Le terrecotte di Vasilis Peios a Sivas

Il mare e la costa di centro-sud distano una quarantina di minuti, ma due botteghe valgono una deviazione. Le terrecotte di Vasilis Peios, a Sivas, sono speciali per i colori, tutte le varianti dei blu e degli azzurri del mare e del cielo greco. Botano, a Listaros, è un negozio zeppo (ma ordinato) di vasi che contengono erbe, piante, radici dalle proprietà galeniche, spezie, infusi, cosmetici naturali.

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Vasilis Peios nel suo laboratorio a Sivas, dove modella terrecotte che poi dipinge nei toni del blu e dell’azzurro (Enrico De Santis)

Le erbe officinali di Botano a Listaros

La storia inizia vent’anni fa, quando Iannis Giamoutsos, appassionato di erboristeria, lascia Salonicco e compra una casa senza tetto in mezzo al nulla a Kouses, dove ha ancora il suo giardino officinale a produzione biologica.

Ristruttura, inizia a coltivare, apre il negozio e una tv tedesca gira un documentario su di lui. Così Botano diventa la bottega officinale più famosa di Creta. Dista meno di dieci chilometri dalla spiaggia di Matala, da percorrere ascoltando Carey di Joni Mitchell (1971), che la cantautrice canadese dedicò a questa località.

Mitchell si era rifugiata qui quando Matala era il ritrovo mondiale degli hippy, reso leggendario da un’inchiesta del settimanale americano Life (1968), e i ragazzi dormivano nelle grotte che sforacchiano il promontorio di arenaria. Anche Bob Dylan, Joan Baez e Janis Joplin frequentavano il Mermaid Café, che non c’è più. Come non ci sono più i figli dei fiori, eppure a luglio il Matala Beach Festival di musica dal vivo riecheggia Woodstock.

La spiaggia è protetta e le grotte pure, come area archeologica a pagamento, dato che risalgono al Neolitico e furono usate come sepolcri in epoca ellenistica e romana, sino agli albori del cristianesimo.

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Botano, la bottega officinale più famosa di Creta, a Listaros, vicino alla spiaggia di Matala (Enrico De Santis)

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Creta, cosa vedere: Matala e Pitsidia

Matala è inevitabilmente un posto da overtourism per il suo arenile incorniciato dall’anfiteatro della scogliera. Con una passeggiata di mezz’ora ci si può spiaggiare (se c’è posto) sulla mezzaluna sabbiosa di Red Beach. Il consiglio è di andare a Matala solo fuori stagione, o al mattino, quando salpa la barca per la spiaggia selvaggia di Agiofarago.

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Il monastero di Odigitrias, nell’entroterra di Matala, da cui si scende a piedi fino al mare lungo la gola di Agiofarago (Enrico De Santis)

I camminatori la raggiungono in un altro modo: in auto fino al monastero di Odigitrias, rasserenante per l’atmosfera, arcigno perché qui i conversi hanno combattuto duramente pirati e ottomani; poi in un’oretta si scende, di buon passo, al mare.

Non è distante da Matala anche il borgo di Pitsidia: bisogna cenare una sera da Raftis, nell’ex casa di un sarto. Il locale, che ha un incantevole giardino, è spazio d’arte contemporanea e ristorante fusion con specialità greche, risotti italianissimi, piatti asiatici. Eppure è famoso per la tagliata di carne e i vini, scelti fra i migliori produttori di Creta.

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Il giardino del ristorante e galleria d’arte Raftis, a Pitsidia, nell’ex casa di un sarto (Enrico De Santis)

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Creta, cosa vedere: Kaloi Limenes, Martsalo

Mare di scoperta? Ecco Kaloi Limenes, paesino fuori rotta, con affittacamere come Seaside Luxury Apartments. È a 20 chilometri a sud di Matala, oltre l’aspro e selvaggio Capo Agiofarago, ma il bello della navigazione da qui è che si sfilano grotte e archi di roccia che invitano a una lunga nuotata.

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Martsalo, arenile incastonato tra grotte e archi di roccia (Enrico De Santis)

Si approda anche alla spiaggia wild di Martsalo (in barca si raggiunge pure da Matala): nessuna taverna, per questo bisogna portarsi l’acqua, solo mare, palme da dattero, carrubi e oleandri. È inoltre un luogo sacro, perché qui sarebbe sbarcato san Paolo.

A Kaloi Limenes si pranza alla Taverna Gorgona, quasi sull’arenile: il colpo d’occhio non è il massimo, perché guarda un isolotto con la stazione di rifornimento per i mercantili. Ma il pesce è freschissimo e bisogna sperare che ci sia la loro specialità: il barracuda.

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Le grandi dune dietro a un promontorio oltre la spiaggia di Agios Pavlos, piatta e rocciosa, a 50 chilometri da Matala (Enrico De Santis)

Da Kalamaki alle spiagge di Agios Pavlos al sito di Kommos

Si continua per Kalamaki, villaggio agli albori del turismo, con semplicissimi studio come Kiknos, quasi a bordo acqua, con vista su tramonti infiniti, e proprietà in affitto, con piscina e mobili di design, come Villa Iceberg.

E poi c’è la lunga spiaggia, in parte libera, in parte attrezzata con al massimo due file di ombrelloni. Per il bagno bisogna portarsi le scarpette da scoglio, perché, per la gioia di chi fa snorkeling, c’è il reef. Il tratto senza rocce sott’acqua è davanti alla Taverna Delphini, tra i migliori ristoranti di pesce a Creta.

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Tramonto visto dalla spiaggia di Kalamaki, villaggio sulla costa centro-meridionale, ancora agli albori del turismo. Sullo sfondo, l’isola di Paximadia (Enrico De Santis)

Da Kalamaki si può programmare una gita per le magnifiche spiagge di Agios Pavlos, circondate da dune e scogliere, o per Kommos, sabbia, barriera corallina e un sito archeologico nella macchia, proprio sulla lunga spiaggia: è un porto di origine minoica, importantissimo, che commerciava con l’Egeo orientale e l’Egitto.

Il terreno intorno è privo di costruzioni: l’area è stata acquistata dalle università canadesi, responsabili degli scavi, per impedire che progetti immobiliari pregiudichino le ricerche. A Creta l’archeologia non finisce mai, anche quando ci si tuffa in acqua, guardando i resti di templi e palazzi, mentre c’è l’ultima fioritura del timo e iniziano a sbocciare i gigli di mare.

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